«Ho fatto tanti sacrifici per arrivare, ho ricevuto tanti no nella mia vita, ma non ho mai mollato e ora darò ancora di più»
Un sogno per il quale si è lottato per tutta la vita, finalmente si realizza. Non potrebbe esserci momento più bello. E Romulo Souza Orestes, che fin da bambino voleva vestire la maglia di un grande club, oggi è raggiante. Per lui si sono aperte le porte della Juventus e il suo sogno è diventato realtà: «Sono cresciuto in una famiglia semplice, povera posso dire, ma mi ha insegnato ad avere carattere e ad essere uomo, cose che non si possono comprare – racconta durante la conferenza stampa di presentazione – Oggi sto realizzando un sogno, ho fatto tanti sacrifici per arrivare, ho ricevuto tanti no nella mia vita, ma non ho mai mollato e ora darò ancora di più».
«Quando ho saputo dell’interesse della Juventus per me sono stato felice – continua l’esterno – E’ una squadra vincente e sono molto soddisfatto di essere qui. Voglio continuare quello che è iniziato tre anni fa quando sono arrivato in Italia e dare il massimo per continuare sulla strada che la Juve sta percorrendo. La mentalità qui è vincere tutto. Sappiamo che in Europa non è facile, ma sono sicuro che arriveremo lontano. Per lo scudetto ci sono tante squadre forti, ma noi siamo è tra queste e il nostro obiettivo sarà vincere un altro campionato. Faremo di tutto per farcela, la squadra si sta rinforzando».
La sua capacità di ricoprire più ruoli è una delle doti che hanno convinto la Juventus a puntare su di lui: «Romulo ha raggiunto la piena maturità calcistica nella passata stagione – spiega l’amministratore delegato Giuseppe Marotta – Grazie al suo eclettismo riteniamo possa avere il giusto profilo per la nostra squadra».«Posso giocare su tutta la fascia destra, terzino o esterno, anche alto e dove il mister avrà bisogno sarò disponibile», conferma Romulo che vestirà la maglia numero 2, «quella che avevo da bambino, con cui ho iniziato la carriera».
Una carriera iniziata cercando di imitare Denilson,«lo ammiravo molto e mi ispiravo al suo gioco. Ho cominciato come attaccante cercando di ripetere quanto faceva lui», e proseguita fino ad arrivare a un passo dal Mondiale, cui ha rinunciato non sentendosi in perfette condizioni fisiche: «E’ stato molto difficile dire a Prandelli che non ero al massimo e che avevo questo fastidio, ho pianto molto, perché giocare il mondiale in Brasile era il mio sogno di bambino. I miei genitori però mi hanno insegnato ad essere sincero e lo sono stato anche in quell’occasione».
Per un sogno sfumato, però, eccone un’altro che si avvera. Benvenuto alla Juve Romulo!
Juventus.com