Applausi scroscianti e sinceri per la Juventus, chiuso il girone d’andata come meglio non potrebbe: ora guai a sentirsi vincitori, il piede dovrà ancora essere sull’acceleratore.
Applausi sinceri per la Juventus, e adesso vi raccontiamo il perché. Ve lo raccontiamo partendo dei numeri, che, fondamentalmente, sono l’essenza del calcio: al giro di boa del campionato, 52 punti conquistati sui 57 disponibili, 17 vittorie, appena 1 pareggio ed 1 sola sconfitta, 46 goal segnati e la miseria di 12 subiti. Numeri impressionanti, da grande, grandissima squadra, con in più il record, al sapore di storia, di 11 vittorie consecutive. Mai nessuno, negli oltre 116 anni di vita della Juve, era riuscito a fare tanto. Qualcosa, di significativo, vorrà pur dire.
Applausi scroscianti, lo ribadiamo, alla Juventus di Antonio Conte. E se menzioniamo, come sempre, il tecnico pugliese, è perché senza di lui tutto ciò non sarebbe stato possibile. E’ bene ripeterlo, anche per i pochi detrattori che, ad un certo punto della stagione, avevano osato criticarlo: nella Juventus che da tre anni ad oggi è regina assoluta del calcio italiano, la mano di Conte è decisiva come quella di nessun altro. E’ sua l’impronta più marcata, prima vengono lui, poi tutti gli altri calciatori. Chiaro, chiarissimo.
Il girone d’andata della Vecchia Signora chiude i battenti come meglio non potrebbe, più che altro dal punto di vista del risultato. Ad ogni modo, rivedendo la vittoria contro il Cagliari, il fatto che essa sia arrivata dopo una prestazione non da dieci e lode non è certo passibile di critica, anzi! Avvalora piuttosto la tesi secondo cui la Juventus è una squadra straordinaria, che ha sempre fame di vittorie, che non si sazia e neppure si arrende nei (per adesso rari) momenti di difficoltà.
Da 1 a 10, ai bianconeri diamo 11, proprio come le vittorie consecutive conquistate. Importante sarà, adesso, non rallentare e continuare, invece, con il piede pigiato sull’acceleratore. Guai, insomma, a sentirsi vincitori e ad organizzare funerali ai vinti: non è tempo, ancora, di eleggere gli uni e neppure gli altri.
Ma del resto, c’è una garanzia, al riguardo, che lascia tranquilli: si chiama Antonio Conte, tutti gli altri vengono dopo.
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