Il 4 luglio 2011 veniva reso pubblico il documento che ha riscritto ufficialmente la storia di Calciopoli…
TORINO - Sono passati tre anni da quando, nel mezzo di un pomeriggio estivo, venne reso pubblico un il documento che ha cambiato la storia di Calciopoli, certificando gli errori dell’inchiesta del 2006. Passata alla storia come “Relazione Palazzi” dal nome del procuratore federale che l’ha stilata, è in sostanza l’ideale requisitoria che avrebbe pronunciato durante un processo, se quel processo ci fosse stato. Invece, com’Ë noto, le telefonate che riguardavano l’Inter e le altre società coinvolte furono occultate dalle indagini e, una volta riemerse nel 2009, prese in seria considerazione troppo tardi per evitare la prescrizione.
LA STORIA - Da tre anni, tuttavia, c’è la Relazione di Stefano Palazzi che non ha consentito l’applicazione della giustizia, ma se non altro ha il merito di aver riscritto ufficialmente la storia, che era già cambiata durante l’udienza penale. Perché si può pensare quello che si vuole di quel pasticcio giudiziario denominato Calciopoli, ma dal 4 luglio del 2011 non si può più ignorare che per la giustizia sportiva anche l’Inter era passibile di un processo con l’accusa di “illecito sportivo” (violazione dell’articolo 6, per dire, non fu imputato alla Juventus nei processi del 2006).
I RAPPORTI - Piaccia o non piaccia, soprattutto a chi ritenne e ritiene Moggi e la Juventus gli unici colpevoli, Palazzi – lo stesso che chiese le condanne per il club bianconero – scrive: «E’ il caso di rilevare che la società Internazionale F.C. di Milano, oltre che essere interessata da condotte tenute dal proprio Presidente che, ad avviso di questa Procura federale, presentano una notevole rilevanza disciplinare per gli elementi obiettivamente emergenti dalla documentazione acquisita al presente procedimento, risulta essere, inoltre, l’unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare… …Dalle carte in esame e, in particolare, dalle conversazioni oggetto di intercettazione telefonica, emerge l’esistenza di una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, intercorsi fra il Presidente della societ‡ INTERNAZIONALE F.C. ed entrambi i designatori arbitrali, Paolo BERGAMO e Pierluigi PAIRETTO, fra i cui scopi emerge, fra l’altro, il fine di condizionare il settore arbitrale. 57 La suddetta finalità veniva perseguita sostanzialmente attraverso una frequente corrispondenza telefonica fra i soggetti menzionati, alla base della quale vi era un consolidato rapporto di amicizia, come evidenziato dal tenore particolarmente confidenziale delle conversazioni in atti (….)»
ILLECITO - E ancora: «Pertanto, alla luce delle valutazioni sopra sinteticamente riportate, questo Ufficio ritiene che le condotte in parola siano tali da integrare la violazione, oltre che dei principi di cui all’art. 1, comma 1, CGS, anche dell’oggetto protetto dalla norma di cui all’art. 6, comma 1, CGS, in quanto certamente dirette ad assicurare un vantaggio in classifica in favore della società INTERNAZIONALE F.C., mediante il condizionamento del regolare fu nzionamento del settore arbitrale e la lesione dei principi di alterità, terzietà, imparzialità ed indipendenza, che devono necessariamente connotare la funzione arbitrale».
SCUDETTO DI CARTONE - Tutto questo (e altro ancora) scriveva Palazzi tre anni fa. E molti si chiesero se non fosse il caso di ripensare la questione dello scudetto del 2006, quello revocato alla Juventus e riassegnato all’Inter in «virtù dell’onestà» della società nerazzurra. Tre anni dopo lo scudetto del 2006 è ancora nell’albo d’oro ufficiale dell’Inter. E la relazione Palazzi negli archivi della Figc.
fonte: Tuttosport