Vidal, Bonucci e Vucinic: 3-0 ai giallorossi e decima vittoria consecutiva. Espulsi De Rossi e Castan
TORINO - Vince la Juve, affonda la Roma. E la squadra di Antonio Conte va a + 8 in classifica. I bicampioni d’Italia primi, sempre più primi. E storici, sempre più storici con la decima vittoria consecutiva, come nel ’31-32. Chirurgici, spietati: colpiscono al 17′ con Vidal, su magistrale invenzione di Tevez; raddoppiano con Bonucci al 48′, in scivolata dopo punizione di Pirlo; triplicano con l’ex Vucinic su rigore, al 76′, con tanto di sfogo verso la tribuna. Prima, tanta illusione per Totti e compagni, ma poca concretezza. Poi, anche la doppia espulsione (De Rossi e Castan) a chiudere nel peggiore dei modi, con la prima sconfitta stagionale. ScudoJuve, per il platonico ma sempre indicativo titolo di campione d’inverno. E dieci e lode.
IL PROLOGO - Juve-Roma, non una partita qualunque. La bolgia bianconera c’è. Lo Stadium è un catino infuocato a strisce bianconere. Una coreografia stupenda. Applausi e urla per i padroni di casa, fischi per gli avversari della capitale. Si respira l’aria delle serate importanti. C’è profumo di scudetto. E sembra un tuffo nel passato, con proiezioni sul futuro. L’atmosfera è giusta, sì, da grandi occasioni. In campo le due squadre che giocano meglio, sempre in proiezione offensiva. Sui volti si legge concentrazione, occhi di tigre a go-go. C’è il ritorno di Pirlo da una parte, c’è la conferma di Totti dall’altra. Campioni del mondo a confronto, tanto per ricordare. La sfida tra chi sul terreno amico fin qui aveva sempre vinto e chi fin qui non aveva mai perso.
KING ARTURO - Di solito l’avvio della Juventus è da togliere il respiro, oltreché spazi agli avversari. Invece, i giallorossi sono belli reattivi, da subito. E attaccano, vanno in pressing. Insomma, anticipano e si propongono. Offendono. E Buffon salva su Ljajic. Si lotta su ogni pallone, si sgroppa sulle fasce. Squadre corte e pedalare, squadre che si alzano e si abbassano a fisarmonica. Con un imprevisto: il ginocchio di Pjanic che fa disperare il bosniaco. Conte rimprovera Pirlo: «Sei troppo basso». Siamo alle schermaglie tecnico tattiche. Fino al guizzo del 17′: Tevez fa la magia, lancia Vidal che colpisce. Sì, Vidal il bomber, perché questa ormai è la sua dimensione: ottavo sigillo in campionato, tredicesimo in stagione. Re Arturo, unico nel suo genere, alla faccia degli osservatori del Manchester United in tribuna. Lui è un simbolo della Juve che vuole vincere in Italia e in Europa. La Roma era il bersaglio preferito della Vecchia Signora in serie A, in quanto a gol: 248. Che diventano 249 in poco tempo. E il miglior attacco buca la miglior difesa. Già tutto finito? No, Pjanic prova a piazzarla, stile biliardo. Nessun problema per il capitano bianconero. E ancora controrisposta di Carlitos. Ok, non ci si ferma mai. Ci prova anche Dodò e Buffon respinge. Gioca bene la Roma? Sì, ma vince la Juve, tanto per capire… E il suo cileno è il primo a mordere le caviglie e a ripartire. E l’argentino indiavolato, che prende pure il giallo per protesta, va con le molle. Bello il duello Pogba-Strootman, con il francese che ogni tanto accelera. La Juve prova ancora l’affondo, sfiora il gol con Tevez: un quasi assist più che un tiro. E con Llorente: un fendente alto di poco, al 40′. Il finale è tutto bianconero, la Roma soffre e Garcia chiede sacrifici a tutti.
LEO-MIRKO GOL - Pronti e via. Al 48′ i campioni d’Italia piazzano il secondo cazzotto: con Bonucci, al secondo exploit in campionato. Un uno-due terribile. E i gol dei bianconeri ai giallorossi nella storia diventano 250. Garcia così è costretto a riveder a la strategia: dentro Destro, fuori Pjanic; dentro Torosidis, fuori Dodò. O la va o la spacca. Beh, in realtà si ferma Tevez (crampi, preferisce non rischiare), dopo un tiro, e viene sostituito da Vucinic. La Roma perde la testa, De Rossi si fa espellere per un brutto fallo su Chiellini quando mancano 15′ minuti e Castan per fallo in area. Mirko l’ex segna su rigore al 76′: così, sono 251 le reti inflitte dalla Juve ai rivali nella storia, alla fine. Giallorossi al tappeto, bianconeri sugli scudi per il tripudio dello Stadium. Non c’è storia, troppa Juve per questa Roma fuori di testa e sconfitta per la prima volta. “Tre e a casa”, detto simbolicamente da Buffon e compagni. Una fetta di scudetto è al fresco. Un brindisi si può fare.
Fonte:Tuttosport