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Juve, pari col Copenaghen. Non basta gol Quagliarella – VIDEO highlights

La squadra di Conte fermata 1-1 al Parken Stadion. Apre Jorgensen al 14′, pareggia l’attaccante ex Napoli al 54′. Inutile l’arrembaggio finale con Wiland assoluto protagonista

Sembra un incubo. Una maledizione. Al limite, Scherzi a parte. Nel secondo tempo la Juventus stazione per tutti i quarantacinque minuti nell’area del Copenaghen, scaglia in direzione della porta danese una ventina di tiri, ma riesce a fare un solo gol. Incredibile, per certi versi, ma vero. E qualcosa non torna se serve un’immane fatica per pareggiare con il Copenaghen. Per carità, si fa fatica a contare le concrete occasioni da gol create dalla Juventus, che testimoniano la reattività della squadra di Conte e se Johan Wiland, il portiere svedese del Copenaghen, non avesse deciso di ritagliarsi un posto nella storia del calcio danese, sarebbe probabilmente finita con una goleada. Ma Conte farebbe bene a non sottovalutare certi disagi tattici e certe disfunzioni negli automatismi che hanno reso i bianconeri una perfetta macchina da guerra nelle ultime due stagioni.

A tratti, nel primo tempo, sembra quasi che manchi l’affamata furia agonistica, indispensabile per i successi bianconeri. E insieme a questa latita anche la precisione nell’impostare l’azione. Il tutto porta a una maggiore vulnerabilità sulle ripartenze avversarie (era successo anche a San Siro) e all’ingarbugliamento di quelle che, normalmente, sono pulite linee verticali. Il vantaggio del Copenaghen è forse una punzione eccessiva per questa situazione, ma – tant’è – anche il pasticcio difensivo da cui nasce dovrebbe essere spunto di riflessione per l’allenatore juventino.

Uno spiovente in area bianconera da una punizione battuta da destra genera confusione nella difesa, con Ogbonna che, di fatto, serve la palla a Nicolai Jorgensen che si trova a un metro dalla porta e fulmina Buffon. Reazione immediata della Juventus con un tiro da fuori di Tevez, respinto corto da Wiland, ma Quagliarella non riesce a sfruttare l’occasione e resiste al fallo del portiere che poteva anche portare a un penalty. Ma la rabbia bianconera si scatena dal minuto 20 a quello 22: due miracoli del portiere danese salvano il Copenaghen dal gol, il primo su Chiellini che in tuffo di testa, a pochi metri dalla porta, sembra aver agguantato il pareggio prima che un clamoroso colpo di reni di Wiland non tolga la palla dalla sua porta, mandandola in corner. Da quel calcio d’angolo, cinquanta secondi dopo, è POgba che tira a botta sicura da un metro e Wiland riesce a deviarla in qualche modo. Nel frattempo i contropiedi del Copenaghen risultano sempre pericolosi.

Dal primo tempo scaturisce una riflessione sul turnover bianconero. L’inserimento di Ogbonna al centro della difesa, con lo spostamento di Bonucci nella posizione di destra (per far rifiatare Barzagli), è una scelta che complica il gioco bianconero che, spesso, scocca proprio dai piedi di Bonucci. Nel nuovo schieramento, in teoria, toccherebbe a Ogbonna, ma Bonucci continua a calamitare la palla in fase di impostazione che, però, avviene da lembo di campo più defilato e questo la rende meno incisiva. Peluso a sinistra presidia la zona in fase difensiva non sempre in modo impeccabile, ma senza errori: il problema è la quando la Juventus deve attaccare e lui troppe volte scompare dall’azione che, non a caso, si sviluppa spessissimo a destra, risultando un po’ prevedibile. Da quella parte Lichtsteiner proverà una decina di volta di metterla in mezzo, ma Bengtsson finisce quasi sempre per murare i suoi tentativi.

Nella ripresa la Juventus ritrova lo spirito impetuoso che gli è caratteristico. E inizia l’assurdo assedio alla porta di Wiland. Nella ripresa i bianconeri tirano 18 volte e solo in occasione del tiro al volo di Quagliarella che si avventa sul cross basso di Peluso e segna una rete spettacolare. In seguito prenderà anche la traversa con un colpo di testa, una delle innumerevoli occasioni che la Juventus spreca nell’area danese, dove – in pratica – si gioca per intero il secondo tempo della partita. Sfortuna, sì, ma anche mancanza di precisione e di cattiveria quando si tratta di concludere l’azione. Altro argomento da approfondire. Nessun allarme, anche l’anno scorso in Danimarca era finita così, ma c’è molto da riflettere.

Tuttosport

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