Circa 300 giornalisti alla conferenza stampa di Allegri e Pogba, oltre 5.000 tifosi ad assistere all’allenamento pomeridiano al Gelora Bung Karno Stadium, hotel della squadra preso d’assedio… In Indonesia vivono la Juventus con una passione senza confini.
E’ il Gelora Bung Karno, ma volendo chiamarlo Juventus Stadium non si sbaglierebbe.
Oggi i seggiolini dell’impianto, colorati di rosso, verde, giallo o blu, a seconda del settore, nella zona della tribuna centrale si tingono di bianconero. Un’unica macchia compatta, dalla quale si alzano gli stessi cori che si sentono in Italia in ogni partita.
Potere della tv, di internet, ma soprattutto di una passione smisurata, che qui ha portato la gente a mandarli a memoria e a gridarli fino a quando non finisce il fiato. E quando la squadra esce dagli spogliatoi e Pepe mulina le braccia verso il pubblico invitandolo ad alzare il volume, come se già non bastasse, quegli stessi cori si fondono in un unico assordante boato.
Sono 5.000, ma sembrano dieci volte tanto e accompagnano ogni secondo dell’allenamento pomeridiano della Juventus senza mai smettere di cantare. Quanto accade in campo forse neanche li interessa troppo: che i giocatori corrano per il riscaldamento o lavorino sul possesso o sulla circolazione palla, poco importa.
L’unica cosa che conta è che siano lì, davanti ai loro occhi, finalmente dal vivo. Da queste parti, quando la Juve gioca, ci si trova in palestre o palazzetti e si seguono le partite con gli stessi riti dello stadio: formazioni scandite nome per nome, coreografie, addirittura fumogeni. E‘ un modo per annullare gli 11.000 chilometri di distanza e per affermare il proprio Dna bianconero.
Figurarsi ora che quei chilometri è stata la stessa Juve ad annullarli e che Buffon, Tevez, Vidal, Pogba, Pirlo possono sentire di persona i cori loro dedicati… Gli spalti si scatenano, ma si deve rimanere concentrati sul lavoro e sui movimenti che vuole Allegri. Il tecnico divide i centrocampisti e gli attaccanti dai difensori e cura personalmente la fase offensiva, lasciando a Landucci e Trombetta il compito di seguire la retroguardia.
Si parte dalla metà campo: Pirlo imposta, si sfruttano le fasce e si cercano le punte in area, oppure gli inserimenti dei centrocampisti, per poi arrivare al tiro. Tutto avviene senza difesa, è un esercizio tattico per assimilare gli schemi, ma ogni gol è comunque accompagnato da un boato, neanche fosse quello che decide lo scudetto. I giocatori apprezzano e Allegri anche: la partitella finale è da settimane una tappa di ogni seduta pomeridiana, ma oggi sembra tanto un omaggio alla torcida indonesiana.
Per la cronaca termina 2-1 per gli arancioni: decide la doppietta di Bonucci inframmezzata dal gol di Tevez, e si apprezza qualche giocata spettacolare, come l’azione personale di Coman, neutralizzata da Storari, o la sforbiciata di Marchisio, a lato di poco. C’è anche l’invasione di campo solitaria, con una corsa sfrenata di una ragazzo che si conclude in una veloce abbraccio a Pirlo, ennesima dimostrazione dello sconfinato affetto che questa gente prova per la Juventus.
Un affetto del quale si avrà un’ulteriore prova domani, quando i bianconeri affronteranno in amichevole l’ISL Stars alle 20.00 locali, le 15.00 italiane (diretta su Sky Sport).
Questa la formazione che Allegri schiererà in partenza: Buffon; Caceres, Bonucci, Ogbonna; Lichtsteiner, Pogba, Pirlo, Marchisio, Asamoah; Giovinco, Llorente.
Juventus.com