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Il tribunale riscrive Calciopoli. Avvoltoi aspettavano morte di Gianni e Umberto Agnelli. Processi rapidi per mettere in atto proposito atteso da 90 anni!

Come riporta Il Giornale, Non basterà alla Juve per chiedere indietro lo scudetto del 2006 che le è stato tolto e assegnato all’Inter. Ma la sentenza che ieri è stata depositata a Milano al termine di un processo per diffamazione costituisce una rivisitazione critica della fosca saga di Calciopoli, di cui la società nerazzurra si è sempre proclamata vittima principale: e che tanto vittima, secondo questa sentenza, non era.

Il processo aveva per imputato Luciano Moggi, già direttore generale bianconero, accusato numero uno dell’inchiesta della Procura di Napoli, e poi radiato dalla Federcalcio. Come parti civili c’erano i familiari di Giacinto Facchetti, terzino e capitano dell’Inter del primo Moratti, e presidente del club nell’ultima fase della presidenza di Moratti junior, ucciso da un tumore nel 2006. Moggi, nel corso di una intervista in tv, aveva avuto parole pesanti nei confronti di Facchetti, accusandolo in sostanza di avere anche lui chiesto e ottenuto trattamenti di riguardo negli arbitraggi delle partite interiste. Gli eredi di Facchetti avevano querelato Moggi. Il 15 luglio scorso, il giudice Oscar Magi, presidente della quarta sezione penale del tribunale milanese, aveva assolto Moggi «perchè il fatto non sussiste». Ieri, Magi deposita le motivazioni. E sono pugni sotto la linea di galleggiamento per l’immagine del club nerazzurro e del suo presidente scomparso.

Le telefonate tra Giacinto Facchetti e alcuni arbitri «costituiscono un elemento importante per qualificare una sorta di intervento di lobbing da parte dell’allora presidente dell’Inter nei confronti della classe arbitrale» e sono «significative di un rapporto di tipo amicale» e «preferenziale» con «vette non propriamente commendevoli», scrive il giudice Magi. Le accuse di Moggi a Facchetti, secondo la sentenza, «contenevano con certezza una buona veridicità».

A convincere Magi del rapporto preferenziale tra Facchetti e gli arbitri sono le telefonate che l’inchiesta della Procura di Napoli aveva tralasciato, e che sono emerse solo negli anni successivi, soprattutto per iniziativa di «Big Luciano» e dei suoi consulenti; e che sono state riportate anche nell’aula del processo milanese. A partire dalla chiamata cruciale, quella che l’11 maggio 2005 il designatore arbitrale Paolo Bergamo effettua a Facchetti, e in cui i due sembrano accordarsi sulla scelta di Paolo Bertini per dirigere l’incontro di coppa Italia tra Cagliari e Inter. E Bergamo tranquillizza il presidente nerazzurro: «Non ti preoccupare, ha capito come si cammina: è un ragazzo intelligente, ha capito. Meglio tardi che mai».

Come è noto, il procuratore federale Stefano Palazzi nella sua relazione conclusiva su Calciopoli ebbe parole pesanti per il comportamento di Facchetti, spiegando che solo la prescrizione teneva l’ex capitano azzurro al riparo dal provvedimento disciplinare. E ieri la sentenza del giudice Magi si muove nel solco della relazione Palazzi, che cita esplicitamente. A portare all’assoluzione di Moggi, d’altronde, non sono state solo le telefonate ma anche alcune delle testimonianze sfilate in aula, come quella dello stesso Bertini, del suo collega Massimo De Santis, e dell’ex designatore dei guardialinee Gennaro Mazzei, anche lui intercettato al telefono con Facchetti che fa pressioni per la scelta degli assistenti per Inter-Juventus del novembre 2004, in un’altra conversazione rimasta fuori dall’inchiesta della Procura di Napoli.

Operazione ladroni: per la Cassazione non fu l’Inter a far spiare l’arbitro De Santis ma il gruppo Pirelli-Telecom. Ma cosa ne dite della posizione di Tronchetti Provera come massimo dirigente sia dell’inter che della telecom? Le parole di Marco Bellinazzo:

Con le sentenze di Cassazione: “Al mosaico di Calciopoli si aggiunge un altro definitivo tassello, sia pure “laterale”, con la decisione della Corte di cassazione (sentenza n. 17547 depositata il 3 settembre) nella causa per risarcimento danni intentata dall’arbitro Massimo De Santis contro l’Inter. De Santis ha accusato, infatti, la società nerazzurra, e in particolare i suoi massimi dirigenti Moratti, Facchetti e Tronchetti Provera, di aver conferito nel 2002 a Giuliano Tavaroli l’incarico di spiarlo, al fine di redigere “un dossier denominato Operazione Ladroni in relazione al cd sistema Juventus, asserita illecita organizzazione finalizzata a favorire detta squadra calcistica”, come scrivono i giudici della Cassazione. L’attività di spionaggio e dossieraggio è costata una condanna in ambito penale a Tavaroli e a Emanuele Cipriani, titolare dell’agenzia investigativa a cui il primo si era rivolto. Per la Cassazione, che ha confermato quanto stabilito dal tribunale di primo grado in sede civile, però, “non vi è prova che la raccolta delle informazioni sia imputabile a Fc Internazionale, sulla base di tutte le risultanze probatorie in atti, da cui risulta che, gli accertamenti illeciti furono materialmente posti in essere dai dirigenti responsabili del cd. gruppo Pirelli-Telecom, anche attraverso strutture societarie ad essi facenti capo, e, sul piano giuridico-economico, il costo degli abusivi accertamenti fu sostenuto solo da Pirelli spa; laddove soltanto il teste Tavaroli aveva dichiarato di aver ricevuto l’incarico di spionaggio dalla società calcistica, dichiarazione, tuttavia, di scarsa rilevanza probatoria, atteso che detto incontro – di cui peraltro, a differenza degli altri, erano rimasti indefiniti tempo e luogo – sarebbe avvenuto soltanto alla presenza di Giacinto Facchetti, che tuttavia era venuto a mancare pochi giorni prima della deposizione in questione, dunque senza la possibilità di acquisirne riscontro; del resto, la situazione si palesa evidentemente diversa dalla cd vicenda Vieri, ove la fatturazione delle prestazioni volte ad acquisire illecitamente dati personali è avvenuta nei confronti della società predetta”.
Infine, per i giudici di legittimità, non vi è neppure la prova che l’Inter abbia utilizzato a proprio favore i dati personali di De Santis, tant’è che non ci sono state indagini penali contro i suoi dirigenti. E la “pesante condanna di De Santis da parte del Tribunale di Napoli per reati di frode sportiva non è derivata dal cd dossieraggio svolto a suo carico”.

Io, testimone di Calciopoli. Avvoltoi aspettavano morte di Gianni e Umberto Agnelli. Processi rapidi per mettere in atto proposito atteso da 90 anni”

Sulle pagine del suo sito internet, il procuratore Pasquale Gallo ha affrontato il tema Calciopoli. Ecco le sue parole da pasqualegallo.net:  “Non passa giorno che il ricordo del 2006 non turbi il mio naturale umore ed immenso diventa lo sforzo per mantenere un apparente equilibrio. Sto lavorando sodo affinchè per Natale 2015 possiate leggere un racconto; per esser precisi il mio racconto perché, mio malgrado, spettatore e al tempo stesso “testimone” di alcuni momenti maggiormente significativi di quella brutta storiaccia. Perché non si materializzasse quella calamità, Gianni ed Umberto Agnelli avrebbero dovuto possedere il dono dell’immortalità: gli avvoltoi erano ovviamente consapevoli che l’eternità non esiste ed erano già da tempo organizzati per poter colpire con violenza inaudita e soprattutto per ribaltare la verità a loro esclusivo vantaggio. Che ognuno di noi abbia dei nemici si è tutti consapevoli. Ma la vera drammaticità (che non sarà mai superata da “quelli che sanno”) si avverte nel momento in cui la mente con la sua intelligenza (dal latino intelligere, ossia unire i punti distanti tra loro per ottenere una immagine netta) realizza che il nemico è più vicino di quanto si sia potuto immaginare (a volte in casa) e capace di lotte fratricide per il potere. Come su accennato nel prossimo futuro chiarirò quali sono i punti da unire e se non sarà sufficiente il capitolo (del libro) dedicato all’argomento, lavorerò per la pubblicazione di una “dispensa” sul tema. La vera calciopoli è iniziata (sviluppandosi fino all’incendio) dopo l’anno 2006. A volte, con le dovute proporzioni ed argomentazioni di natura maledettamente diversa, scorgo un parallelismo con gli stravolgimenti politici. Questi ultimi avvengono per la sostituzione cruenta (quando non è possibile quella democratica) dei governi con gruppi nuovi che, stanchi nell’attesa da decenni ricorrono a qualsiasi mezzo per assaltare il palazzo. Non ho mai considerato questi atti come sentimento d’amore, di ambizione e di odio si! Ricordate il ministro Melandri affermare che ci sarebbero state sentenze esemplari? Che nessun colpo di spugna sarebbe stato possibile pur di eliminare il marcio? Ed infatti mai come allora si fece tutto maledettamente in fretta per mettere in atto un proposito atteso da novant’anni: punire la Juventus ed il suo mondo. Fu la mancata difesa a lasciare inebetiti ed in taluni casi a stroncare la passione del popolo di fede juventina. In qualsiasi argomentazione l’antipatia, l’avversione ed altri sentimenti simili sono anche comprensibili, ma l’odio così forte giammai! Sto dissertando di calcio e non di guerre. L’analisi degli avvenimenti degli ultimi nove anni ci sballotta dalla finale di Berlino con in campo una Juventus al completo tra le formazioni dell’Italia e della Francia ad una attualità che certifica la nostra discesa agli inferi (sportivi) nel ranking europeo e mondiale: corruzione, tribunale, vertenze, processi sportivi e non, dirigenze posizionate immeritatamente ad alti livelli e, per completare il quadro, istituzioni sportive che senza carisma confondono ancor di più il popolo di appassionati con l’esibizione di un potere arrogante. Quanti discorsi etici, quanti conflitti di interessi, quali curriculum vitae a dir poco discutibili. Ma apprendo che tra qualche giorno riprendono i processi finalizzati ovviamente alla (ri)pulizia del mondo del calcio, un esercizio noiosamente ricorrente che vedrà emergere soggetti nuovi tutti da scoprire, ovviamente fino a nuove inchieste. Ma davvero ci siamo? O ci fanno? E’ sempre l’Italia del gattopardo, anzi no!Abbiamo insegnato bene al mondo come si fa finta di cambiare senza che nulla cambi!”

Fonte: tuttojuve.com

3 comments

  1. Natalino

    Con LADROPOLI l’INTER non ha nulla da spartire…

    1. Roberto B.

      Non so a cosa ti riferisci quando scrivi di Ladropoli! Credo che in quella società, negli anni, sia veramente successo di tutto, e lo dico con documenti e testimoni ufficiali, quali Ferruccio Mazzola, Georgatos, Oba Martins Mohammed Kallon trovati positivi al Nandrolone, Mancini (intercettato) al telefono con dei pregiudicati ricercati, , e chissà quanti altri!
      Dai tempi di Herrera e Moratti Padre, quando veniva fornito agli Arbitri dell’EST in trasferta a S. Siro per arbitrare la Coppa Campioni, regali quali Elettrodomestici da far recapitare a casa loro, Cappotti e abbigliamento vario per loro e le loro signore e via dicendo, fino in tempi più reenti con la falsificazione dei Bilanci attaverso finti scambi tra giovani calciatori, alle tante troppo morti precoci di un intera generazione tutta racchiusa in una sola squadra con il caffè di Herrera come suntesi del male, al furto ed alla falsificazione del Passaporto per permettere ad un giocatore come RECOBA, che a norma non avrebbe potuto non solo non giocare nell’Inter, ma nemmeno scendere dall’aereo e rimanere in Italia, per finire al più grande imbroglio sportivo pianificato fin nei minimi dettagli dall’InterTelekomMorattiGuidoRossiTronchettiProvera & Soci, dove solo dopo 5 anni dai misfatti, è veramente uscito di tutto; Arbitri in Sede (Danilo Nucini) al Lunedi’ mentre la domenica dirigevano gli avversari dell’Inter; intercettazioni dove Facchetti (allora Presidente) e Moratti, chiedevano veramente di tutto non solo ai Designatori, ma anche agli Arbitri stessi! E potremmo continuare con una serie di malefatte indegne e da radiazione immediata! Questi sono fatti e non opinioni!
      Com’è finita? Nonostante finalmente il marcio dopo anni sia uscito, si è fatto finta di nulla, si è Prescritto il tutto, e il premio non certo dovuto di uno Scudetto di Cartone ne mai vinto ne mai meritato, è rimasto vergognosamente nella Bacheca polverosa dell’Inter!
      E fanno caso se allo Juventus Alleanz STADIUM gli SCUDETTI esposti sono 36? Si facciano spiegare molto bene dalla FIGC il perchè!

  2. montalbano2669

    La maledizione sportiva derivante dalle malefatte interiste, corredate da scudetti di cartone, si abbatterà prima o poi su di loro. Questo è il mio desiderio, non certo per vendetta ma solo per un senso di giustizia.
    Troppe volte ormai l’hanno fatta franca e invece di tacere e tenere la testa bassa per la vergogna, si atteggiano arroganti e boriosi, vantandosi addirittura della loro capacità di sfuggire sempre alla giustizia sportiva.
    Resto seduto sulla riva del fiume!

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