TORINO - Anno nuovo, Juve, stranamente, “nuova”: nuova perchè mai, nel corso della scorsa stagione, e della prima parte di quella attuale, la squadra di Conte ha giocato in maniera così poco intensa e convinta, permettendo a un avversario non certo irresistibile dal punto di vista tecnico, e per giunta ridotto in 10 uomini, di recuperare un gol di svantaggio, e, addirittura di raddoppiare e portare a casa i 3 punti in palio. Fine girone d’andata, quindi, amaro per i bianconeri, che giocano nel complesso male al cospetto di una Sampdoria che non si è mai arresa, nemmeno quando tutto sembrava giocare a suo sfavore: tra i bianconeri da salvare la prestazione di Giovinco nel primo tempo, oltre a quella di un Marchisio stoico nel cercare di restare in campo tutti i 90 minuti nonostante l’infortunio, mentre da bocciare le prestazioni poco brillanti di Buffon, e, in generale, del centrocampo, orfano però, occorre dirlo, di due “totem” come Asamoah e Vidal. Nella Samp di Rossi, invece, da elogiare la prova dei “gioiellini” di casa Garrone: Poli, Icardi e Obiang hanno mostrato, se ce ne fosse ancora bisogno, di essere tre ottimi elementi, che giustificano senza dubbio l’interesse dei top team di Serie A, Juve compresa, in chiave mercato. La Juventus affronta la prima partita del nuovo anno con qualche novità rispetto alla formazione topo: in difesa c’è da registrare l’esordio del nuovo acquisto, l’ex atalantino Peluso, schierato al fianco di Barzagli e Bonucci, mentre a centrocampo e in attacco De Ceglie, Pogba, Padoin e Matri beneficiano di un posto da titolare. La Sampdoria di mister Rossi, dal canto suo, si schiera in campo con lo stesso modulo dei bianconeri, il 3-5-2, “rigenerando” il separato in casa Palombo nel ruolo di centrale difensivo, e affidando il compito di far male a Buffon al tandem Icardi-Eder. La prima occasione del match arriva all’11′, e porta la firma di Sebastian Giovinco: la “Formica Atomica” va al tiro da buona posizione, calciando, però, alto sopra la traversa della porta difesa da Romero. La Samp prova a reagire con una conclusione di Poli, facilmente parata da Buffon, ma è sempre la Juve a tenere il pallino del gioco, e ad attaccare: al 21′ Romero salva su Giovinco, ma, un minuto dopo, Marchisio viene atterrato in area da Berardi, e lo stesso Giovinco, tra i migliori in campo nel primo tempo, realizza il rigore che porta i bianconeri sull’1-0. Al 30′ Matri si vede parare sulla linea un tentativo interessante di conclusione, mentre, un minuto dopo, Berardi viene espulso per doppia ammonizione, mettendo il match ulteriormente in discesa per gli uomini di Conte. L’ultima emozione del primo tempo, che si chiude sull’1-0 per la Juve, è comunque di matrice blucerchiata, grazie a una bella punizione battuta dall’ex bianconero Estigarribia, con palla che esce di poco vicino al palo della porta difesa da Buffon. Nella ripresa la Sampdoria, a sorpresa, pareggia: al 52′ Icardi, lanciato dalle retrovie, va al tiro di controbalzo, trovando impreparato Buffon, che non riesce a parare bene il tiro, che si insacca lentamente per l’1-1. La Juve non riesce a reagire in maniera decisa, trovando anzi difficoltà ad arginare la manovra di una Samp con l’uomo in meno, che riesce addirittura a portarsi in vantaggio al 68′: a realizzare il gol per i blucerchiati è ancora Icardi, che sfrutta una verticalizzazione di Obiang per presentarsi nell’area bianconera e “freddare” Buffon con un gran tiro sul primo palo. La Juve, che nel frattempo ha messo in campo Vucinic, Giaccherini e Quagliarella per Matri, Pogba e De Ceglie, va vicinissima al pareggio per due volte con il montenegrino, che, al 74′ trova una traversa clamorosa con un gran tiro, mentre, al 76′, si mangia un gol incredibile, mettendo fuori a porta spalancata da un metro. Gli uomini di Conte continuano a spingere, fiaccando le resistenze di una Sampdoria che continua a difendersi nonostante l’uomo in meno, e che, soprattutto, continua a mantenere il gol di vantaggio senza correre particolari rischi, complice una Juve abbastanza confusionaria nella fase finale del match. Negli ultimi minuti si fa male anche Marchisio, dolorante a un ginocchio, e, in 10 contro 10, diminuiscono ulteriormente le speranze di riequilibrare il match, che termina con una soprendente vittoria della Samp per 2-1. Battuta d’arresto imprevista quella della Juve, che non mette a rischio la leadership in campionato, visti i 5 punti di vantaggio nei confronti della seconda in classifica, la Lazio, ma che deve suonare come piccolo campanello d’allarme, e spronare i ragazzi di mister Conte a lavorare con maggiore impegno in vista di mercoledi, quando allo “Stadium” arriverà un Milan voglioso di strappare ai bianconeri l’accesso alle semifinali di Coppa Italia.
IMPARARE DAGLI ERRORI - L’analisi della gara è impietosa, ma per Conte può essere un occasione per fare tesoro dagli errori: “Sicuramente non è stata una prestazione che ricorderemo volentieri anzi, eravamo in vantaggio di un gol, eravamo 11 contro 10, una partita che ci deve far riflettere e aiutare a crescere, non dimentichiamo che noi portiamo sempre avanti un percorso di crescita. La prendiamo da questo punto di vista, dispiace perché da fastidio perdere questo tipo di partite e niente bisogna analizzare in maniera molto seria quello che abbiamo fatto bene e meno bene sapendo che avremo avanti due mesi molto delicati, anche per molti giocatori alle prese con acciacchi“.
RIGORE - Pesa anche l’episodio del rigore su Matri nel primo tempo: “Penso che sia rigore ineccepibile, sono allenatore e faccio considerazioni ben più profonde, ma questo è rigore, è inutile raccontarsi chissà che cosa, non l’ha visto l’arbitro e non l’ha visto il quarto uomo“.
RIPARTIRE SUBITO - Conte vuole ripartire subito. La medicina è una sola: il lavoro. ”Oggi sono molto deluso perché queste sono partite che devi vincere e portare a casa, e ci deve far riflettere. Dobbiamo capire che quello che abbiamo fatto è sempre stato frutto di grande ferocia, determinazione. Le vittorie le abbiamo costruite tramite il lavoro e l’abnegazione da parte di tutti. Saranno mesi difficili per noi, perché un conto è fare a meno di due giocatori, quando cominciano a essere quattro o cinque è diverso”
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