L’allenatore della Juve premiato a Dubai: «L’ho vinto grazie anche ai miei giocatori e ai tifosi»
DUBAI - La quinta edizione di Globe Soccer si è conclusa con il primo riconoscimento internazionale per Antonio Conte, il tecnico della Juventus giudicato meritevole del premio riservato al miglior allenatore del 2013. Quello assegnatogli ufficialmente oggi è un successo importante, non solo per i campionati vinti e per la continuità dimostrata, ma nel rispetto di una qualità di gioco legata al carattere espresso in ogni circostanza dalla sua squadra. L’award di Antonio Conte è un passaporto verso un futuro di ulteriore crescita, idealmente confermato dall’accostamento a Guardiola, altro poco più che quarantenne, già primatista di trofei vinti e in quanto tale destinatario di un riconoscimento speciale, in ragione di questo record. La nuova generazione del calcio, ieri affiancata al maestro Fabio Capello, promette di reggere a lungo in prima fila e ha il vantaggio di aver messo in pole le formazioni di due storiche società, Bayern e Juve, abituate a divorare titoli e a garantire il prestigio e l’autorevolezza a chi si mette alla loro guida. L’ormai tradizionale fine d’anno nel Golfo ha offerto altre conferme nel segno di Franck Ribery, ‘Globe Soccer Award 2013′ per aver in 16 mesi infilato un pokerissimo di successi. Il francese del Bayern ha vinto Campionato, Coppa, Champions, Supercoppa Europea e Mondiale per club, un filotto comune ai suoi compagni di squadra, ma a lui va il merito di aver rappresentato la soluzione vincente nella gran parte delle imprese bavaresi.
PREMIO AL BAYERN - Per Ribery, che ieri si era dedicato ai piccoli in cura presso il Rashid Terapic Center qui a Dubai, scatenando entusiasmo e sorrisi, è arrivata la conferma di aver raggiunto l’olimpo del calcio, comunque vada a Zurigo per il Pallone d’Oro, e con Cristiano Ronaldo, altro ‘boss della pedata’, votato quale vincitore dell’ award per popolarità sul web. Un premio è andato anche a Xavi, giudicato in base ai numeri miglior uomo assist di tutti i tempi, due volte campione europeo e due volte mondiale (oltre a un titolo Under 20) con la Spagna, e premio alla carriera per il brasiliano-portoghese Deco, ritiratosi in agosto dopo aver conquistato due Champions con Porto e Barcellona. La migliore squadra dell’anno, era in rosa anche la Juventus bicampione d’Italia, non poteva che essere il Bayern Monaco, e l’award lo ha ritirato ancora Ribery, simbolo della stagione più importante del rilanciato football tedesco. Per l’Italia una seconda grande storia si trasforma in award alla carriera per il procuratore Giovanni Branchini, che del trasferimento di Guardiola al Bayern è stato il vero regista. Il premio conferitogli qui a Dubai è a cavallo tra l’impresa dell’anno di mercato e il coronamento di un’attività che supera abbondantemente il quarto di secolo. Branchini portò Ronaldo in giro per l’Europa, dall’Olanda alla Spagna e poi all’Inter, ora tratta per un tecnico spagnolo con i tedeschi. Ma la ‘Audi Football Nigth di Dubai’ offre ancora un primatista, ovvero Jorge Mendes, il procuratore degli assi, per la quarta volta consecutiva Award come miglior agente dell’anno, capace di accompagnare Mourinho dal Real al Chelsea, dopo aver rilanciato il Monaco con Radames Falcao.
«SONO ORGOGLIOSO» - «Questo premio mi rende orgoglioso. L’ho vinto grazie anche ai miei giocatori, alla Juventus e ai tifosi, lo voglio condividere con loro». Così Antonio Conte ha parlato a Sky Sport 24 dopo aver ritirato il premio. «E’ un successo personale che mi spinge a cercare di fare sempre meglio. Noi della Juve dobbiamo avere sempre quella voglia di lavorare duro e sodo per migliorare in tutto. Abbiamo tanta strada da fare ancora perchè il meglio deve ancora venire. C’è un progetto vincente che ha dato ottimi risultati in questi ultimi due anni. Dobbiamo continuare a crescere con voglia e pazienza in Italia e in Europa. Di cosa ho discutto in questi giorni con Guardiola e Capello? Di cose da fare e idee da mettere sul piatto per migliorare il gioco del calcio, a cominciare dai time out, dalla panchina più lunga e da un maggior numero di sostituzioni possibili. Ho detto che voglio vincere la Champions anche da allenatore e ci riuscirò. Nani alla Juve? Per il mercato bisogna parlare con Marotta e Paratici, non con me», ha concluso sorridendo Conte.