MILANO – «Facchetti è venuto nel mio spogliatoio prima della partita, dove c’erano anche gli assistenti e l’ispettore della Figc, e mi ha detto: “ho letto il suo tabellino con noi, quattro vittorie, quattro pareggi e quattro sconfitte. Beh, cerchiamo di far crescere la casella delle vittorie”. All’inizio non avevo dato peso alla cosa, fu l’assistente a dirmi che Facchetti era stato sconveniente. Così la sera telefonai immediatamente a Paolo Bergamo per spiegargli l’accaduto». Questo è il nocciolo della deposizione di Paparesta all’udienza di questa mattina per il processo Facchetti Jr contro Luciano Moggi. E quella telefonata a Paolo Bergamo è arcinota agli adepti di Calciopoli, perché è uno dei rari casi in cui la famigerata indagine del 2004-05 si era imbattuta in un contatto diretto fra un dirigente e un arbitro di Serie A. Solo che quel dirigente non era Luciano Moggi e la telefonata venne scartata perché ritenuta «non rilevante» da parte degli inquirenti.Moggi nel mio spogliatoio a Reggio Calabria? Tutte bugieLA VISITA – Adesso, quella visita nello spogliatoio dell’arbitro riemerge, non più sotto forma di racconto in un’intercettazione, ma raccontata dalla voce di Paparesta che conferma come i contatti con il mondo arbitrale non fossero un’esclusiva di Luciano Moggi, ma fossero un’abitudine piuttosto diffusa e che l’Inter, che dai procedimenti sportivi si è vista assegnare uno scudetto a tavolino, non faceva eccezione. Anzi.ZANETTI SMEMORATO – L’udienza di oggi fa parte del processo istruito per la querela di Gianfelice Facchetti nei confronti di Luciano Moggi che in una trasmissione tv aveva dichiarato che anche l’Inter e Giacinto Facchetti avevano rapporti con gli arbitri, affermazione per la quale è stata sporta querela. In quella trasmissione era presente anche Javier Zanetti, ex capitano e ora dirigente interista che ieri ha deposto a suo volta con una serie di «non mi ricordo». Si ricordavano tutto, e anche piuttosto bene, Pairetto e Bertini, che di fatto hanno confermato i contatti con la società nerazzurra. Quei contatti che, venuti alla luce nel dibattimento di Napoli, avevano innescato la “relazione Palazzi”, il documento con cui il procuratore Figc archiviò la posizione dell’Inter (e non solo) per prescrizione, ma non prima di aver scritto che i nerazzurri meritavano il deferimento per illecito sportivo. Oggi a Milano si è, in fondo, svolta una parte di quello che sarebbe potuto essere il dibattimento di quel processo sportivo se la prescrizione non avesse impedito alla giustizia sportiva di procedere anche nei confronti dell’Inter. La prossima udienza è fissata per il 2 febbraio: dovrebbe esserci Massimo Moratti che oggi ha presentato un certificato medico e, forse, anche la sentenza.
fonte:www.90min.com