La Juve supera 3-0 il Cagliari e raggiunge una quota punti da fantascienza. La festa scudetto è completa
Non ci sono più parole per descrivere questa Juve. Le iperboli e i superlativi sono stati tutti usati e, in fondo, non servono neanche. Basta un numero: 102. Mai nessuno in Italia aveva anche solo osato immaginare di poter raggiungere una simile quota di punti. Solo il Celtic, dodici anni fa, ne aveva messi insieme 103, ma nei maggiori campionati del mondo nessuno, neanche Real e Barca, era mai arrivato a tanto. C’è arrivata la Juve. E farlo nel giorno della Coppa, la terza consecutiva, rende tutto perfetto.
La storia è già stata scritta certo, ma la possibilità di trasformarla in leggenda è troppo golosa per farsela sfuggire e contro il Cagliari la Juve gioca come se nulla fosse ancora stato vinto. In tre minuti arrivano due cross di Lichtsteiner e un tiro di Tevez bloccato da Silvestri.
I sardi provano a rovinare la giornata con Ibarbo, che parte in contropiede e scarica un sinistro potente e angolato. Buffon di feste scudetto ne ha vista qualcuna, sa bene che viverle dopo una vittoria regala un gusto più dolce. Così decide che oggi proprio non gli si può segnare e vola a deviare in angolo.
E’ sulla destra che i bianconeri riescono a sfondare con maggior continuità, con le sgroppate di Lichtsteiner, ma anche con la classe di Pogba che arriva sul fondo e libera Pirlo al tiro.
La conclusione, alta di poco, serve evidentemente al regista per aggiustare la mira, perché due minuti più tardi, quando va a battere una punizione conquistata da Llorente ai 25 metri, pennella l’ennesimo capolavoro, il settimo, di una stagione straordinaria: la palla scavalca la barriera, tocca la traversa, rimbalza oltre la linea, quindi sulla schiena di Silvestri, proteso in un tuffo spettacolare quanto vano, e termina la sua corsa in rete.
La Juve gioca divinamente e in un quarto d’ora il vantaggio è già doppio: Pirlo dalla bandierina trova la deviazione aerea di Bonucci, la difesa sarda non riesce a liberare e il pallone termina sui piedi di Llorente, piazzato al limite dell’area piccola. A quel punto piazzare il destro nell’angolino è un gioco da ragazzi.
A questo punto è quasi inevitabile diventare più leziosi e i bianconeri finiscono per scoprire il fianco al contropiede rossoblu. Ibarbo parte in velocità e cambia gioco servendo Cossu in area. Il controllo è da manuale, così come l’assist per Dessena, che si trova solo davanti alla porta e riesce ad anticipare il tentativo di recupero di Ogbonna, sparando una fucilata da due passi. Se tra i pali ci fosse un uomo normale, sarebbe un gol sicuro. Invece c’è Buffon, che contro qualsiasi legge della fisica respinge.
Non male anche l’intervento al 37′ di Silvestri, che alza sopra la traversa una sventola di Asamoah da fuori area. Quando però Marchisio si libera in area con un palleggio raffinato e scarica il destro sotto la traversa, il portiere dei sardi non può che raccogliere il pallone in rete per la terza volta in 40 minuti.
Il tiro al bersaglio continua fino all’intervallo e il poker non arriva solo perché Silvestri fa gli straordinari sul Tevez e Asamoah.
L’ovazione per Conte, ricambiata dagli applausi del tecnico, apre la ripresa. Entrano Rubinho, Osvaldo e Pepe per Buffon, Llorente e Pirlo la Juve continua a comandare le operazioni, senza infierire. Il secondo tempo diventa così un lungo conto alla rovescia verso la festa. Tutto il pubblico è in piedi e lo Stadium è una macchia tricolore. I Campioni sfilano e la Coppa li aspetta impaziente.
Del resto, così in alto, a 102 punti, non l’ha mai sollevata nessuno.
JUVENTUS-CAGLIARI 3-0
RETI: Pirlo 8′ pt, Llorente 15′ pt, Marchisio 40′ pt
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