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Campionato falsato? Solo quando fa comodo a qualcuno

Ora che si stanno toccando certe squadre che non sono la Juventus, adesso che ad andarci di mezzo sono club non invisi a certa stampa e a certi dirigenti di calcio in odore di santità, tutti sembrano accorgersi, come svegliati da un lungo letargo, che la giustizia sportiva, scritta rigorosamente in minuscolo, in Italia non funziona e per molti suoi aspetti è semplicemente qualcosa di aberrante.

E per magia, disgustati, tutti si sono scoperti garantisti, hanno urlato al complotto stracciandosi le vesti in segno di lutto e indignazione: lutto per la presunta “morte” del campionato di quest’anno, che chissà per quale motivo ritenevano falsato, e non quando c’erano state le squalifiche del tecnico della squadra Campione d’Italia, del suo vice Alessio, o i punti di penalizzazioni inflitti a Siena, Torino e Atalanta, e indignati da chi fino a ieri l’altro era da molti considerato l’eroe del calcio pulito, vale a dire il Procuratore Stefano Palazzi.

In questi giorni ne abbiamo lette e sentite di tutti i colori, come vi abbiamo riportato su queste pagine, specie i commenti di noti personaggi dello sport, presidenti e calciatori, ma anche quelli di molti colleghi, che hanno parlato di “giustizia ad orologeria”, paventando chissà quali assurdi complotti. Sono gli stessi che fino a qualche mese fa si indignavano di uno sconticino sulla pena inflitta ingiustamente ad Antonio Conte, condannato lo ricordiamo “perché non poteva non sapere di un probabile biscotto progettato dai suoi giocatori a Siena”, viste le sue abilità di legegre nel pensiero altrui, quindi non per scommesse o altro, e senza nessuna prova e con decine di testimoni e pentiti a scagionarlo.

Sono pure gli stessi che parlavano di “rispetto per le istituzioni sportive e per le sentenze” quando a lamentarsi di certi soprusi era la Juventus. Oggi queste persone sono felicissime, al Napoli sono stati restituiti i due punti di penalizzazione che gli erano stati tolti per lo scandalo del calcio scommesse in campionato, e pure Grava e Paolo Cannavaro, assolti da ogni accusa dalla giustizia sportiva (sempre con la “g” scritta rigorosamente in minuscolo). Adesso la serie A dal loro punto di vista non sarà più falsata, almeno fino al prossimo rigore dato alla Juventus o al prossimo gol in fuorigioco non convalidato a qualche avversario a cui tutto è permesso, anche segnare di mano o con gli attaccanti tre metri in fuorigioco.

E anche la Lazio può stare tranquilla: nessuno oserà toglierli cinque, tre o un punto, nessuno oserà squalificargli Mauri, né ora, né in estate. E questo indipendentemente se la società biancoceleste e il suo calciatore dimostreranno la loro innocenza o meno (noi, badate bene, in tal senso non ci esprimiamo, e in quanto garantisti veri, sempre, partiamo dal presupposto che, fino a prova contraria, la società capitolina e i suoi tesserati siano estranei ai fatti contestatigli): le punizioni esemplari, nonché assurde, si danno solo a una squadra, quella con le maglie a strisce bianco e nere che a sede a Torino.

La giustizia sportiva, sempre con la “g” (e tre) scritta in minuscolo, andrà ora in letargo per un po’,
in attesa di ridestarsi per davvero alla prossima occasione, e noi che ormai ci abbiamo fatto il callo, abbiamo già mezza idea di quando si risveglierà famelica…

Fonte: TUTTOJUVE

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