Uno scudetto conquistato da imbattuta, una finale di Coppa Italia raggiunta e un calcio coinvolgente e spettacolare, sempre propositivo e votato all’attacco. La Juventus, nella passata stagione, ha stupito ed emozionato, ha vinto e convinto e il primo artefice del travolgente cammino dei bianconeri è stato Antonio Conte. Non poteva quindi che essere lui a ricevere la “Panchina d’oro”, il premio assegnato ogni anno al miglior tecnico della stagione precedente.
A votare, come sempre, sono stati gli stessi allenatori, che hanno riconosciuto i meriti del loro collega scudettato. Conte ha ricevuto il riconoscimento oggi a Coverciano, dove si è tenuto l’incontro di aggiornamento organizzato dalla Scuola Allenatori del Settore Tecnico e riservato ai tecnici delle società di serie A, B, Prima e Seconda Divisione, avente per tema il coaching e la gestione del gruppo. Una materia, per altro, in cui Conte ha dimostrato di essere un vera autorità.
«E’ un bellissimo riconoscimento perché viene dai colleghi – commenta il tecnico al termine della cerimonia – E’ il secondo a distanza di poco tempo dopo il premio AIC che mi hanno assegnato i calciatori e sono molto contento, perché sono motivo di orgoglio e soddisfazione e uno sprone a migliorare».
Conte non è certo nuovo a simili riconoscimenti, visto che già nell’anno di Bari aveva vinto la “Panchina d’argento”, destinata al miglior tecnico di Serie B e quest’anno assegnata a Zeman. Proprio l’esperienza maturata prima di approdare alla Juventus è uno dei punti di forza del tecnico bianconero: «La gavetta è importante, è formativa e ti permette di gestire situazioni che, altrimenti, non saresti preparato ad affrontare».
In quest’ottica va letta anche la richiesta fatta da Conte ai suoi giocatori prima della partita contro la Roma. Il tecnico aveva chiesto loro se si sentissero stanchi, dopo la gara di Champions, ricevendo la piena disponibilità da parte di tutto il gruppo. La volontà dell’allenatore era però proprio quella di responsabilizzare i suoi uomini: «Si tratta di un tassello importante per diventare una grande squadra. In un anno e mezzo abbiamo fatto passi da gigante sotto il profilo calcistico, ma io non mi accontento perché voglio che crescano sotto tutti i punti di vista. Responsabilizzarli vuol dire farli diventare dei vincenti».
La Juve vincente lo è già, visto che ha lo scudetto cucito sul petto, ma in molti ora sostengono che possa puntare anche al successo in Champions League: «Dobbiamo riconfermarci in Italia e sarà dura, perché questo è il primo anno in cui abbiamo più obiettivi e la ChampionsChampions, lo abbiamo visto a Roma, toglie energie fisiche e nervose. Al di là di vincere o meno l’importante sarà andare avanti nel costruire qualcosa di importante. Si può anche vincere senza costruire e io invece, possibilmente, vorrei fare entrambe le cose».
Conte ritroverà la squadra domani, dopo i due giorni di riposo concessi al termine della sfida dell’Olimpico: «Ci confronteremo come facciamo sempre e valuteremo i pro e i contro della gara di Roma, sapendo che possiamo fare meglio. I ragazzi però già ne sono consapevoli, se ne sono già accorti a fine partita, e dunque ora lavoreremo in vista della prossima sfida contro il Siena. Ci troveremo di mattino presto? E’ normale, com’è accaduto tante altre volte quando sottoponiamo gli atleti ai test. Era già programmato ed è sbagliato dire che si tratta di una punizione. Non devo proprio punire nessuno, anzi è grazie ai miei giocatori se oggi sono stato premiato».