Definisce temeraria la causa al Tar, minaccia ritorsioni ma il numero uno della Figc è pronto a mediare con Agnelli.
Cosa si nasconde dietro il messaggio all’apparenza bellicoso che Tavecchio ha recapitato alla Juventus il giorno dopo il verdetto della Cassazione su Calciopoli? Parole che sono sembrate un attacco diretto al club e il preannuncio di una guerra di trincea, muro contro muro: “Non abbiamo più alcun dubbio che la richiesta di risarcimento danni sia una lite temeraria. Alla luce della sentenza la Figc assume un atteggiamento più sereno: il teorema è confermato, qualcosa di illecito c’è stato”. Punto. Tavecchio ha indossato la maschera cattiva per tornare su un argomento molto sensibile in questo inizio di 2015, già toccato un mese fa e poi ancora nel giorno della presentazione a Torino della prossima amichevole contro l’Inghilterra allo Stadium. Lì il presidente federale aveva parlato di “soluzione bonaria”, qui ha usato un tono muscolare; la differenza è il verdetto della Cassazione che, almeno interpretando il dispositivo, mette la Figc in una posizione di maggior forza. Poi arriveranno le motivazioni e il quadro sarà completo.
Come Panorama.it aveva, però, anticipato lo scorso 19 marzo (LEGGI QUI) è necessario andare oltre le parole. Tavecchio e Agnelli, con diverse mediazioni, hanno riallacciato un faticoso rapporto e il presidente della Figc ha interesse perché il dialogo si approfondisca e non venga congelato da una dichiarazione di guerra. Dunque è bene leggere tra le righe e si scopre che la Federcalcio è pronta a cercare un’intesa con la Juventus per provare a voltare pagina per sempre sulla vicenda Calciopoli. Ritiene che la causa al Tar sia mal incardinata, basata su presupposti e conteggi sbagliati ed eredità della prima Juventus di Agnelli, che aveva fatto delle battaglie contro la Figc il tratto distintivo per compattare il mondo Juve. Contesti che sono cambiati, così come oggi è cambiata la Federazione e non solo negli uomini che la presiedono.
Calciopoli e la revisione dei processi sportivi: ecco come funziona l’articolo 39 delle norme Figc
La causa, che se accettata in toto porterebbe al fallimento della stessa Figc, è l’ultimo ostacolo perché Tavecchio possa sedersi al tavolo con la Juventus e discutere di tutto. Senza alcuna preclusione. Riforme, politica sportiva, posizionamento di Agnelli nei confronti dell’attuale governance del calcio italiano e, pure, gli ultimi strascichi di Calciopoli che significa per la Figc rinunciare a una sua eventuale azione risarcitoria (tutt’altro che esclusa dalla sentenza della Cassazione) e poi procedere con l’eventuale revisione dei processi sportivi dell’estate 2006.
Cosa significa? Per capirlo sarà bene attendere le motivazioni della Cassazione che porteranno quasi certamente alla richiesta della Juventus di riaprire la vicenda sportiva. La Federazione è cobnsapevole che questo sarà il passo del club torinese ed è pronta ad affrontarlo. Ritiene che i margini, seppure stretti, ci siano e che si possa arrivare a parlare anche degli scudetti 2005 e 2006, uno revocato e l’altro assegnato all’Inter. Sono l’altro obiettivo che Agnelli ha sempre dichiarato come prioritario. Potrà riaverli? Non è detto, però il messaggio che tra le righe Tavecchio manda è che non ci sarà alcuna preclusione o pregiudizio. In fondo la Figc che nel 2011 si dichiarò incompetente lo fece a maggioranza (Tavecchio votò a favore, altri come Lotito e Abodi si astennero) e quanto emerso in questi anni sulla mancata completezza dell’inchiesta Calciopoli ha in parte mutato il quadro di contesto. Resta, però, il primo passo che Tavecchio si aspetta dalla Juventus: un passo indietro sulla causa al Tar per poi farne uno (o anche di più) su tutto il resto. Cosa risponde Torino?
fonte: http://www.panorama.it/